Installazioni con soggetti barboni e senzatetto sono state presentate da diversi artisti, più o meno famosi, e non di rado le possiamo vedere nelle manifestazioni di arte contemporanea.
Nessun opera però mi ha procurato l’emozione degli Homeless di Sergio Zagallo, l’artista che, isolato, vive a Campolongo Maggiore.
Egli mostra sdraiati a terra i corpi a grandezza naturale di persone ai margini della società vestite con abiti di abbigliamento comune; maglioni e jeans laceri e sporchi dall’uso quotidiano, le scarpe bucate e logore piene di fango.
La visione stringe il cuore e la naturale postura rende l’immagine assolutamente realistica, non vi è nulla di finto e allo spettatore si apre una visione implacabile sul vero e su ciò che nessuno vorrebbe vedere.
Non c’è da stupirsi quindi se gli Homeless di Sergio Zagallo sono stati in varie occasioni oggetto dell’intervento delle forze dell’ordine chiamate da ignari spettatori che hanno scambiato questi manichini per veri esseri umani.
Che dire infine dell’intervento dei vigili di Padova all’interno della Civica Galleria Cavour alla vista di questi indesiderati intrusi?
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